Domande frequenti che mi vengono poste...
Quando rivolgersi ad uno psicologo?
Non e' possibile definire a priori un "momento giusto" in cui chiedere aiuto, perché questo e' frutto di un'elaborazione personale.
Potrebbe configurarsi quando si intende cambiare la propria vita in meglio, ponendo fine ad una sofferenza.
Per questo ci si può rivolgere ad uno psicoterapeuta, anche quando non si ha un disturbo conclamato.
Quanto dura un lavoro di tipo
psicologico?
La durata di un intervento psicologico non può definirsi a priori poichè strettamente legata a vari fattori individuali quali: la complessità della problematica portata e per cui si richiede aiuto, le risorse individuali messe in atto nel processo di cambiamento dalla persona interessata, la reale intenzione e volontà di cambiare uno o più aspetti disfunzionali di sè, la qualità della relazione di alleanza professionale tra terapeuta e paziente.
Lo Psicologo è in grado di capire "al volo" le persone?
No. La complessità di ogni individuo è tale per cui, per la sua conoscenza approfondita, è necessario tempo e competenza.
Lo stesso Psicologo può seguire contemporaneamente, in un lavoro individuale, diverse persone della propria famiglia?
Io non lo faccio. Se ricevo richieste di consulenza da parte di persone vicine al cliente che sto seguendo in un lavoro individuale (coniugi, familiari ecc...), le rimando a validi colleghi che possano accoglierle.
Lo Psicolgo può riferire informazioni emerse nel colloquio a persone vicine al cliente?
No. Ogni qual volta ricevo richieste di informazioni da parte di persone (familiari, coniugi ecc...) che desiderano essere aggiornate sul percorso psicologico e/o su quanto emerso in un colloquio con una specifica persona, rimando tali richieste al mittente e comunico l'avvenuto contatto al cliente stesso che deciderà direttamente se e chi aggiornare sul proprio percorso individuale.
Se invece è il cliente a richiedere di incontrare, insieme a lui, una specifica persona tale richiesta viene discussa e analizzata insieme.
Per quanto riguarda i minori ho l'abitudine invece di stabilire degli incontri periodici con i genitori in presenza del figlio/a, in cui possano essere poste domande e discussi eventuali problemi presentatisi e/o richieste.
La prima consulenza può essere sufficiente a risolvere il proprio problema?
La prima consulenza ha come unico scopo quello di dare avvio ad un processo di inquadramento del problema presentato, individuando la strada più efficace e adeguata per trattarlo.
Sebbene la prima consulenza possa associarsi a sensazioni quali per esempio sollievo, la prima e unica consulenza non può definirsi terapeutica, nè sufficiente ad intervenire sul problema.
Sarà necessario impostare un percorso clinico per la risoluzione del problema.
Con un percorso psicologico posso risolvere tutti i miei problemi?
L'intervento psicologico non è un percorso miracoloso, nè magico, nè tantomeno perfetto, ma molto impegnativo in termini di tempo ed emotivi.
Un lavoro di questo tipo può aiutare la persona a cambiare ciò che desidera ai fini di un proprio benessere, accettando infine anche la parti meno gradite di sé.
In che zona geografica conviene cercare uno psicoterapeuta?
Nella città in cui si risiede stabilmente ed in cui un eventuale percorso clinico possa essere intrapreso con continuità e comodità .
La moderna tecnologia, attraverso modalità online, offre tuttavia soluzioni alternative di aiuto psicologico/ terapeutico alle difficoltà logistiche e per sopperire alle distanze geografiche, anche internazionali (si pensi a chi vive all'estero ma cerca uno psicologo madrelingua).
Percorsi formativi umanistici (Sociologia, Scienze Sociali...) e sanitari (Logopedia, Infermieristica...) hanno qualcosa in comune con la Psicologia Clinica e la Psicoterapia?
In comune hanno l'interesse per l'uomo. La psicologia clinica e la psicoterapia inoltre si occupano di sofferenza psicologica e di aiutare le persone a cambiare il proprio modo di funzionare.
Ritenere che una formazione umanistica conferisca anche conoscenze e competenze psicologiche è secondo me riduttivo e soprattutto pericoloso. Entrare nella sofferenza di un'altra persona, senza averne le adeguate competenze professionali, può generare danni.
L'esito del percorso psicologico dipende dal tipo di lavoro che professionista e cliente fanno attivamente insieme (Novellino, 2012).